Chat GPT-4: novità e restrizioni

Ormai da tempo si sente parlare di Chat GPT,  l’applicazione che utilizza modelli di linguaggio naturale sviluppati da OpenAI, costituiti da un’architettura di rete neurale artificiale avanzata, che ha lo scopo di generare risposte con un linguaggio molto simile a quello prodotto da un essere umano.

ChatGPT, quindi, sfrutta la potenza di questi modelli per creare conversazioni con gli utenti in modo automatico. L’applicazione riceve un input testuale dall’utente e utilizza il modello GPT per generare una risposta appropriata in base al contesto della conversazione. In altre parole cerca di simulare una conversazione naturale tra il computer e l’utente.

Chat GPT-4 ultima versione: cosa è cambiato

Openai mette a disposizione GPT-4 su ChatGPT Plus e come API per gli sviluppatori che vogliono creare applicazioni e servizi, dichiarando che la nuova versione dell’intelligenza artificiale sia più creativa e collaborativa.

GPT-4 può infatti generare e modificare testi creativi e tecnici, dalle canzoni, alle sceneggiature fino alla riproduzione dello stile di scrittura di un utente e permette un sistema di conversazione multilingue.

Rispetto alla versione precedente è dotata di una maggiore capacità di ragionamento e di un’esperienza di dialogo più naturale e fluido.

Inoltre, secondo le valutazioni interne messe in atto da Openai, GPT-4 ha l’82% in meno di probabilità di rispondere alle richieste di contenuti non consentiti e il 40% in più di probabilità di produrre risposte fattuali rispetto a GPT-3.5.

Uno dei punti di miglioramento dovrebbe anche essere una maggiore attenzione alla privacy e alla sicurezza degli utenti, nonostante questo in Italia però il tool è stato bloccato dal Garante.

Chat GPT in Italia: perché il garante ha bloccato il tool

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali, noto anche come Garante della privacy, è un’autorità indipendente che si occupa di proteggere i diritti e le libertà delle persone fisiche in relazione al trattamento dei loro dati personali.

Dal 31 Marzo 2023 il Garante della Privacy ha richiesto di disabilitare l’accesso a ChatGPT per gli utenti in Italia. Il motivo risiederebbe nel tentativo di proteggere i dati personali degli utilizzatori del tool. Per coloro che avevano acquistato un abbonamento a GPT Plus nel mese di Marzo è stato emesso un rimborso apposito, mentre i rinnovi degli abbonamenti successivi sono stati temporaneamente sospesi.

Openai dichiara di avere a cuore la privacy delle persone e ritiene di offrire il servizio di ChatGPT in conformità con il GDPR e le altre leggi sulla privacy.

Ad oggi la promessa è quella di ripristinare l’accesso a ChatGPT il prima possibile lavorando di comune accordo con le richieste del Garante.

Molte persone in Italia utilizzavano Chat GPT già quotidianamente, per intrattenimento, per fare ricerche o anche per agevolare e ridurre i tempi dei task lavorativi e aspettano con trepidazione lo sblocco del tool. Cosa sarebbe quindi necessario fare per rendere Chat GPT conforme alle richieste del Garante?

  1. Implementare procedure di raccolta e trattamento dei dati in conformità al GDPR.
  2. Informare in modo adeguato e chiaro gli utenti sul trattamento dei dati, richiedendo e ottenendo il consenso esplicito.
  3. Garantire che gli utenti possano esercitare i loro diritti, come il diritto alla cancellazione dei dati personali.
  4. Monitorare nel tempo rischi per la privacy.

Nonostante le problematiche sorte recentemente in materia di privacy la formula di ChatGPT è riuscita in poco tempo ad acquisire una popolarità notevole, e non è da escludere che nel prossimo futuro vedremo sorgere molti altri prodotti sulla sua scia.

 

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